APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE CONTRO LA GUERRA E L’IMPERIALISMO
Siamo contro questa guerra, contro tutte le guerre in atto e contro ogni guerra passata presente e futura i cui beneficiari sono i cattivi governi capitalisti e le loro classi dirigenti mentre le vittime sono sempre i popoli della Terra.
Siamo al fianco dei popoli, di quello ucraino ma anche di quello russo, e di tutti i popoli della Terra, che per colpa della guerra soffrono, muoiono, sono privati dei più essenziali beni materiali e della loro autonomia e dignità.
Ci opponiamo a questa guerra così come ci siamo sempre opposti alle guerre scatenate negli ultimi decenni per lo più dagli USA e dalla NATO, con gran dispendio di falsità propagandistiche ma purtroppo con un gran numero crimini di guerra commessi e poi accertati.
La terribile guerra scatenata ora in Ucraina dal cattivo governo militarista russo, ma indubbiamente a lungo stimolata e provocata dai cattivi governi imperialisti della NATO, e il riarmo generalizzato che sta suscitando vanno fermati subito.
Però le guerre si fermano con la pace non con l’invio di armi.
Per questo siamo contrari alla politica del Governo italiano, che rinnova l’emergenza sanitaria appena conclusa con una preoccupante emergenza militare vigente fino al 31 dicembre. Siamo contrari al Decreto Legge in fase di conversione che consente l’invio (in segretezza e senza ulteriori interventi del Parlamento) di armi all’Ucraina in deroga alla legge del 9 luglio del 1990 n° 185 sul controllo dell’esportazione, dell’importazione e del transito dei materiali di armamento. Siamo contrari alla concessione, prevista dallo stesso DL, al Ministero per la Transizione Ecologica di pieni poteri per ripristinare l’utilizzo del fossile, del carbone o dell’olio combustibile, in barba agli impegni contro il riscaldamento climatico.
Siamo totalmente contrari alle spese militari in generale e all’aumento di tali spese al 2% del PIL in particolare. Questi soldi vanno spesi per il Welfare, la Sanità, l’Istruzione. Per la scuola quello 0,8 % in più che si vorrebbe spendere in armamenti basterebbe per fare ciò che chiediamo da tempo: riduzione del numero di alunni per classe, aumento degli organici docente ed ATA, investimenti significativi nell’edilizia scolastica (per l’80% non a norma e per il 50% priva persino dell’agibilità), nella direzione di una architettura didatticamente orientata, salubre ed ambientalmente compatibile.
Siamo fortemente preoccupati per una comunicazione politica e giornalistica che criminalizza e reprime il più piccolo dissenso o anche solo chi tenta di proporre una analisi più complessa (giornalisti, intellettuali, ecc.) perché vorrebbe intrupparci tutti e farci schierare a sostegno delle scelte politiche del governo.
Siamo contro la propaganda semplificatrice che nega l’analisi della complessità e la conoscenza della storia allo scopo di presentare l’attuale conflitto con una fotografia del momento, cancellando tutto ciò che è accaduto negli ultimi trenta anni (espansione della NATO ad est) e in particolare negli ultimi otto (colpo di stato/cambio di regime filoatlantista a Kiev, riduzione dei diritti civili alle popolazioni russofone, ripresa del nazionalismo ucraino persino nelle sue forme dichiaratamente fasciste, occupazione e referendum in Crimea, sanguinosissima guerra civile nel Donbass con lo schieramento di milizie nazistoidi…). Tutto viene ridotto alla personalizzazione e alla psichiatrizzazione (come spiegazione delle azioni del “nemico” da ridurre al male assoluto) con il “pazzo” Putin che da solo, improvvisamente, attacca l’Ucraina per generiche “mire espansionistiche neo-imperiali”.
Siamo contro la propaganda che vorrebbe raccontarci la guerra in corso ancora una volta come uno scontro di civiltà, una lotta tra il bene (la presunta democrazia occidentale) e il male (la presunta autocrazia orientale), fino all’eccesso grottesco dell’arruolamento nelle schiere dei sostenitori dell’autocrazia slava perfino di F. Dostoevskij.
Chiamiamo alla mobilitazione su questi obiettivi di lotta:
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No al coinvolgimento nel conflitto con la fornitura di armamenti, con il rischio di ulteriore escalation internazionale della guerra.
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Fermare subito la guerra è possibile: contro il cinismo di chi ha usato e usa la vita e il futuro della popolazione ucraina come una pedina nello scontro tra la Nato e la Russia.
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Sosteniamo la popolazione civile ucraina e il diritto di accoglienza per i/le rifugiate dall’Ucraina, dalla Russia e da tutti gli scenari di guerra. Contro la violenza patriarcale e razzista che decide chi ha diritto a scappare e chi no, chi ha diritto a vivere e chi no… per il diritto da ogni parte a disertare la guerra.
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Contro l’uso – diventato ormai strutturale – della legislazione emergenziale per blindare le scelte unilaterali del governo, derogando a precedenti norme, in spregio della gerarchia delle fonti e contro la volontà popolare (ieri per imporre una gestione capitalistica della pandemia, oggi per aggirare le leggi sulla vendita delle armi e per il ritorno ad un uso intensivo delle energie fossili, domani chissà).
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Contro l’incremento miliardario delle spese militari annunciato dal governo: rilanciamo la spesa sociale e combattiamo il carovita!
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Contro le sanzioni economiche che non colpiscono né le leadership politiche né il grande capitale, ma affamano i popoli e sono veri e propri atti di guerra che contribuiscono all’escalation della violenza.
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De-militarizziamo l’Italia dalle basi Nato e USA che ne fanno una portaerei e un target delle guerre in Europa e nel Mediterraneo. Costruiamo una campagna internazionale contro gli armamenti e la guerra.
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Per l’alleanza dei popoli contro gli Stati al servizio del capitale, che portano inscritta la guerra nella loro stessa natura. Pace tra gli oppressi e guerra ai guerrafondai!
Cobas Napoli