







BASTA CON IL COSIDDETTO “CONTRIBUTO VOLONTARIO”: E’ INCOSTITUZIONALE!
BASTA SPRECO DI DENARO PUBBLICO PER IMPORRE UNA DIDATTICA FALLIMENTARE!
In questi giorni, alunne e alunni, già destabilizzati dalla didattica d’emergenza, e i cui genitori, magari, sono in cassintegrazione o fanno i conti con le gravi perdite inflitte dalla paralisi forzata delle attività commerciali e produttive, vengono raggiunti/e dall’intimazione di pagare il vergognoso e tante volte contestato “contributo volontario”.
Si tratta di un onere spesso gravoso (in molti casi più di 100 euro!), insostenibile per chi ha più figli in età scolare, ma, soprattutto, si tratta di una vera e propria estorsione a danno delle famiglie, che finiscono col pagare due volte il diritto all’istruzione: come contribuenti e come privati “donatori”.
Tante, in passato, le denunce relative ai ricatti, alle umiliazioni e alle minacce subiti da genitori e alunni che si rifiutassero di versare questo iniquo balzello alle Scuole (esclusione dalle gite o da attività extracurricolari; condizionamento dell’iscrizione al versamento; reprimende pubbliche), ma la pratica è rimasta paradossalmente in vigore, tra presunzione errata di obbligatorietà e prefigurazione ansiosa di possibili ritorsioni.
La Costituzione prescrive la gratuità dell’istruzione inferiore (art. 33) e proclama che la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze … l’adempimento dei compiti che la famiglia è tenuta a svolgere, primo fra tutti l’istruzione dei figli e delle figlie (art. 31). Insomma: è lo Stato che deve aiutare le famiglie a mandare a Scuola i ragazzi e le ragazze, non il contrario!
Durante il lockdown dovuto alla pandemia, dopo una lunga stagione di tagli “lineari” all’istruzione, sono stati frettolosamente investiti 80 milioni di euro nell’acquisto di “devices” da consegnare agli studenti che ne fossero privi (molti non li hanno mai ricevuti, peraltro), perché potessero essere contattati telematicamente dai loro docenti. In linea con quell’ideologia neoliberista che guarda ai prodotti e non ai processi, e che alimenta le disuguaglianze, il ministero ha pensato di risolvere il problema dell’inclusione e del destino degli studenti svantaggiati semplicemente concedendo un tablet in comodato d‘uso.
Il suo vero obiettivo, però, come è facile capire, era ed è quello di legittimare e istituzionalizzare una forma di interazione didattica che risulta assolutamente asfittica, improduttiva, diseducativa e perfino pericolosa, non solo per l’integrità psicofisica degli studenti e dei docenti, ma anche per il rischio di indebita appropriazione dei loro dati personali da parte delle piattaforme proprietarie su cui si svolge quella che è stata impropriamente denominata “didattica a distanza”.
Se il dramma Covid-19, se i tanti morti che ha lasciato nelle case, al Nord come al Sud, hanno insegnato qualcosa, è che non può sussistere individuo senza comunità e non può (r)esistere comunità senza una Scuola vera, solidale, di massa, plurale, aperta a tutte e tutti. Forti delle nostre nuove consapevolezze, dolorosamente acquisite, dobbiamo dunque pretendere che la Scuola-azienda, esclusivamente finalizzata all’impiego e strutturalmente classista, lasci il posto alla Scuola dell’emancipazione e del pensiero critico.
CHIEDIAMO CHE L’INCOSTITUZIONALE CONTRIBUTO VOLONTARIO SIA ABOLITO
E, NELLE MORE, CHE NE SIA SOSPESO IL PAGAMENTO, CON EFFETTO IMMEDIATO.
CHIEDIAMO UN ADEGUATO RIFINANZIAMENTO DELLA SCUOLA, ATTINGENDO ALLA FISCALITA’ GENERALE
CHIEDIAMO IL REINDIRIZZAMENTO DEI FONDI STANZIATI PER ARMAMENTI E GUERRA AI BISOGNI DELLA SOLA GUERRA CHE DOBBIAMO VINCERE: QUELLA CONTRO L’IGNORANZA E L’INGIUSTIZIA SOCIALE.
Cobas Scuola Napoli