







Se la Scuola, organo costituzionalmente deputato alla trasmissione ragionata delle regole di convivenza civile, è stata fatta oggetto di un attacco senza precedenti dai governi di “nominati” che si sono succeduti a partire dall’uscita di scena di Berlusconi e in perfetta continuità di intenti e di pratiche con i feroci tagli operati dal ministro Gelmini; se è stata depotenziata a livello materiale e quasi imbavagliata a livello didattico e pedagogico, ciò è avvenuto anche perché le forze politiche protagoniste degli ultimi tragici anni di vita repubblicana hanno avuto interesse a speculare sulla paura dei “diversi”, per ottenere l’affermazione elettorale e politica di forze ignobilmente e platealmente xenofobe come la Lega. Il partito di Salvini si sta infatti rendendo responsabile di gravi e indecenti atti di crudeltà e razzismo: ne fanno fede la vicenda della nave Diciotti e lo sgombero vigliacco del Baobab.
A chi non si lasci plagiare dalla propaganda martellante e conservi cuore e buon senso, tuttavia, appare chiarissimo che la migrazione di tanti disperati si configura non come causa, ma come effetto drammatico dell’ormai decennale crisi economica e delle guerre predatorie intraprese e moltiplicate dall’oligarchia finanziaria internazionale in ogni parte del mondo, specie nelle regioni dell’Africa e del Vicino Oriente storicamente più appetibili e aggredite. Il 6 Ottobre, nella piazza di Riace, un giovane senegalese ha esordito dicendo, in un italiano perfetto: “Io sono un frutto di Riace”. In quella frase era contenuto tutto lo sforzo educativo e formativo che è stato profuso da chi lo ha accolto e ne ha fatto, senza cancellarne l’identità, un “cittadino” consapevole dei suoi diritti e doveri verso la nuova (sua) comunità. Anche a Caserta, come a Riace, c’è un luogo in cui attivisti instancabili operano il miracolo dell’accoglienza e dell’integrazione sociale e culturale di chi arriva da paesi devastati, spesso dopo aver attraversato l’inferno libico voluto anche da Minniti: è l’Ex Canapificio.
Il circuito virtuoso attivato da questa realtà ha prodotto un surplus finanziario: i beneficiari ed i mediatori culturali del progetto SPRAR di Caserta hanno proposto di destinare una consistente quota dei fondi premiali che il Comune ha ricevuto in virtù dell’accoglienza praticata sul territorio per finanziare l’erogazione dei buoni-libro per i ragazzi e le ragazze di Caserta. Una proposta non solo lodevole, ma anche di grande intelligenza politica, che mostra come sia possibile guardare all’accoglienza come a un’occasione di sviluppo territoriale e quanto interessatamente falsa sia l’equivalenza tra migranti e criminali, tra sbarchi e taglio della spesa pubblica per i servizi destinati alla popolazione autoctona. I Cobas di Napoli e Caserta invitano i docenti casertani a firmare la petizione allegata a questo Comunicato. I Cobas Scuola di Napoli e Caserta dichiarano di volersi impegnare al massimo per amplificare e moltiplicare gli effetti positivi di simili spontanee sinergie e, soprattutto, per controbilanciare, con il buon esito delle stesse, l’indegna narrazione governativa, fermamente convinti/e che senza l’allargamento a chi non ne ha o non ne gode, i diritti rischiano di trasformarsi in un privilegio di pochi e, dunque, in un fattore di discriminazione e di oppressione.