







Colpire al volto Napoli per sfigurarla, per farla rientrare, con violenza, in quell’ignobile cliché che la dipinge come il regno delle peggiori bande criminali e la centrale del malaffare: è anche questo l’effetto, tutto politico, al netto di ogni dietrologia, che sortiscono le aggressioni registrate negli ultimi due mesi a giovanissimi e a giovani come Giuseppe Sgrò, segretario del circolo locale di Rifondazione, impegnato nello sforzo quotidiano di destrutturare quel parastato mafioso e, insieme, quei radicati luoghi comuni che soffocano il territorio e avvelenano la narrazione della città che recupera il suo orgoglio, valorizza le sue immense risorse e si propone come modello di resistenza attiva alle politiche di austerity selettiva, che depauperano ulteriormente le fasce già deboli e accrescono i profitti degli speculatori.
Giuseppe, che anima anche l’Associazione culturale “Divago”, è stato vittima, ieri, in pieno giorno e in pieno centro, di un brutale e vigliacco assalto da parte di tre uomini incappucciati, che lo hanno colpito al viso, fino a rompergli il setto nasale. I COBAS e i docenti in lotta contro quella “Buona Scuola” che ha definitivamente sottratto agli insegnanti molti degli strumenti educativi necessari a predisporre le giovani generazioni alla difesa dei diritti umani e del bene comune, preoccupati per la escalation drammatica della violenza cittadina nei giorni in cui prende l’avvio una decisiva e cruciale campagna elettorale, esprimono la loro solidarietà a Giuseppe, e, insieme, formulano l’auspicio che le indagini facciano presto luce sulla reale matrice dell’ignobile gesto, che pare non essere stato compiuto a scopo di rapina e di cui non si può nemmeno escludere la natura di vile ritorsione/intimidazione verso la madre di Giuseppe, esponente della giunta de Magistris.
L’ultima aggressione, impossibile non sottolinearlo, è avvenuta in una Napoli inutilmente presidiata da militari chiamati a rappresentare e ribadire uno stato di perenne emergenza, che, se c’è, non riguarda certo solo Napoli, e, in più, affonda le radici nell’ingiustizia sociale acuita da provvedimenti iniqui e tagli feroci ai diritti costituzionali.
Il ministro Minniti, in visita a Napoli per promettere l’invio di altre cento unità armate, a dispetto delle sue stesse dichiarazioni sulla necessità di affrontare la violenza altrimenti che come un problema di semplice ordine pubblico, farebbe cosa assai più produttiva se si interrogasse sull’avallo indirettamente fornito ai criminali dallo studiato e deliberato strangolamento economico delle città come Napoli, i cui tentativi generosi di emancipazione e partecipazione sono sistematicamente avversati dai governi.
Giù le mani dai compagni! Giù le mani dalla città!
COBAS Napoli
Docenti e precari in lotta contro la L. 107