Comunicato – Stuprate per legge (la legge 107!)
Complici. Complici dello stupro delle quattro giovanissime studentesse abusate dal padrone cui sono state gettate in pasto per la cosiddetta “alternanza Scuola-lavoro”, col ricatto della mancata ammissione alla frequenza del successivo anno scolastico, per svolgere attività imprecisate e a titolo gratuito, non consone alla loro età, del tutto prive di ricadute formative e didattiche e del tutto ininfluenti sulla ricerca di futuro impiego, che la brutale e ottusa ideologia neoliberista ha stabilito e decretato essere il solo scopo dell’esistenza e dell’educazione degli studenti e delle studentesse di questo paese, a partire dai 15 anni.
Complici sono i ministri, i dirigenti e i docenti che hanno mandato a regime la legge 107, per leggerezza, per interesse volgare o per ignavia. Complici sono tutti quelli che si sono perfino rifiutati di apporre una firma per chiedere un referendum che avrebbe dato alla categoria e alla società tutta la possibilità di respingere, eventualmente, quei provvedimenti ignobili che la controriforma renziana, passata a colpi di fiducia, ha imposto con violenza istituzionale inusitata, stravolgendo e pervertendo la funzione costituzionale della Scuola pubblica, oggi ridotta a ufficio di collocamento di braccia da sfruttare a costo zero.
Gli odiosi episodi di violenza sessuale verificatisi, unitamente ai tanti casi di abuso e sfruttamento finora denunciati da studenti utilizzati per i più svariati lavori pesanti, spesso a ritmi insostenibili e addirittura, per colmo di beffa, a pagamento, non devono essere considerati estranei al meccanismo dell’alternanza, frutto di una sua cattiva gestione o di una sua mancata messa a punto (non mancherà, sicuramente, chi, sempre pronto a compromessi, si affretterà a dire, come già accaduto con tutto l’impianto della Legge 107: “alternanza sì, ma non così”!): essi sono, infatti, la diretta e prevedibile conseguenza dell’esercizio del potere padronale sui corpi e sulle personalità in fieri dei ragazzi e delle ragazze autorizzato dai governi di “nominati”, tanto proni agli interessi delle banche e della finanza da attentare alla Carta costituzionale.
L’alternanza obbliga a ridurre i programmi scolastici all’osso; inibisce o impedisce lo sviluppo delle capacità logiche, formali e cognitive degli studenti; modella i comportamenti e le aspirazioni dei giovani sulle esigenze e i desiderata del padrone di turno; azzera il pensiero critico e l’autopercezione di sé come soggetti di diritto. L’alternanza non ha alcun presupposto pedagogico o teoretico, perché obbedisce a principi puramente economicistici. Ha lo scopo di procurare manodopera gratuita a un mercato spregiudicato e arrogante, che pretende e ottiene dallo Stato una deregulation selvaggia, per abbattere sempre più i costi della produzione e far pagare la crisi speculativa ai più deboli e sacrificabili.
I docenti in lotta, di fronte all’insanabile ferita inferta alle studentesse ricattate, violate e tradite da quella Scuola che avrebbe dovuto costituire per loro il luogo dell’apprendimento protetto, libero e paritetico, chiedono con forza che si respinga unanimemente la concezione della Scuola come “quasi-mercato”, da regolare secondo le dinamiche della domanda, della competizione e dell’offerta, e chiedono che sia compattamente rifiutata l’ignobile pratica del subappalto della formazione ai privati, che umilia i docenti sia a livello professionale, dal momento che essi devono soggiacere all’applicazione di un paradigma educativo non discusso né pedagogicamente convalidato, sia a livello operativo, essendo essi costretti a subordinare la propria valutazione a quella fornita da imprenditori ed enti che ritengono di poter facilmente surrogare le competenze degli insegnanti.
Non possiamo permettere che alle studentesse, in un paese ancora fortemente e vergognosamente legato all’ottuso pregiudizio sessista e alla prepotenza patriarcale, venga tolto anche quel momento dello sviluppo e della crescita in cui l’appartenenza al genere femminile non risulta tanto penalizzante quanto negli stadi successivi della vita e dell’affermazione personale, e in cui, anzi, esse possono essere dotate degli strumenti e degli argomenti necessari a difendersi dalla discriminazione e dalla sopraffazione. Ci rivolgiamo anche alle madri, ai padri, affinché neghino il loro consenso alla pratica dell’alternanza, sapendo che, dato il turn-over continuo di minorenni da impiegare, essa non è affatto l’anticamera della stabilizzazione lavorativa, e avendo invece la certezza che è piena di rischi altissimi per l’integrità psicofisica delle loro figlie e dei loro figli.
La legge 107 è inaccettabile e incostituzionale in ogni sua parte: disobbedire e pretenderne l’abrogazione è un dovere morale; non contrastarla significa mettersi dalla parte di chi violenta, sfrutta, intristisce e abbrutisce la nostra gioventù. Stiamo pagando a caro prezzo i nostri silenzi pavidi e la nostra acquiescenza pigra. Questa generazione tradita non ce lo perdonerà!
Coordinamento Precari Scuola Napoli
Cobas Scuola Napoli
Docenti in lotta contro la 107