







Con l’entrata in vigore del DPR 80/2013 e della Legge 107/2015, i margini di autonomia professionale di ciascun docente sono stati pericolosamente ridotti. Strumento chiave di questa politica liberticida è il PTOF, in cui confluiscono l'”atto di indirizzo” del Dirigente Scolastico e i Piani di miglioramento elaborati sulla base delle indicazioni e quindi delle linee didattiche dell’INVALSI. Le attività, le strategie, gli strumenti che vengono inseriti in questo contenitore, una volta che esso sia stato approvato dal Collegio, divengono vincolanti per i docenti.
A tutela della libertà di insegnamento, il legislatore ha dovuto tuttavia prevedere, nella stessa legge 107 al comma 14, la possibilità per ciascun docente (anche singolo) di esercitare “opzione di gruppo minoritario” ed esprimere in questo modo scelte diverse da quelle adottate a maggioranza dal Collegio.
Esercitare tale diritto diviene dunque fondamentale, non solo per non essere costretti a partecipare ad attività come, ad esempio, corsi di formazione ed aggiornamento di cui non si condividano approccio e/o tematiche, ma soprattutto quale strumento di difesa dell’alta funzione civile che la Costituzione repubblicana assegna alla scuola e di resistenza al pensiero unico della didattica confindustriale e liberista, dettata dai centri di potere economico e finanziario che vorrebbero invece dequalificare la scuola pubblica riducendola a luogo di addestramento di masse precarie decoscientizzate.
Proponiamo qui un modello di opzione da poter presentare e inserire in sede di approvazione o revisione del PTOF, con l’avvertenza che si tratta di una proposta da adattare e modulare in relazione allo specifico contesto della scuola presso cui si lavora e dei contenuti adottati nel PTOF.