Cobas Scuola: “Solo annunci”
Ancor più critico Piero Bernocchi, Cobas scuola: “Renzi non batte Berlusconi, ha l’abilità d’inventarsi cose e non farle. Siamo di fronte a promesse annunciate oggi che domani potrebbero essere smentite dal ministro dell’economia. Renzi non è andato oltre gli annunci: se avesse voluto mettere la riforma della scuola sul piano dei fatti avrebbe dovuto convocare il Consiglio dei Ministri e decidere con atti precisi. Di cosa stiamo parlando? Di centotrenta pagine messe su un sito. Servono provvedimenti, disegni di legge perché dovrei prendere sul serio il premier?”. Bernocchi è preoccupato anche del fatto che i dirigenti potranno assumere direttamente il personale.
Primo giorno di lezione con sciopero per Unicobas scuola, che il 17 settembre ha organizzato anche una manifestazione sotto il ministero dell’Istruzione. “Il progetto Renzi-Giannini è inaccettabile – commenta il segretario nazionale Stefano d’Errico – Vogliamo prendere posizione contro la schizofrenia del governo, fatta di annunci disattesi e proposte irricevibili” che portano solo alla “dequalificazione” della professione dell’insegnate. “Un progetto – continua d’Errico – che vuole fare della scuola pubblica una copia dei diplomifici privati”. Rispetto al merito, ad esempio, secondo Unicobas “Renzi parla di ‘premiare l’impegno’ e di ‘carriera dei docenti’, ma in realtà di tratta di assunzioni dirette di insegnati e personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari, ndr) da parte dei dirigenti scolastici, proprio come negli istituti privati”.
A non fidarsi di Renzi è anche Mario Rusconi, vice presidente nazionale dell’Associazione presidi e consulente del Miur: “Per quanto riguarda la valutazione dei professori non abbiamo ancora ben capito se avverrà sulla base del carico di lavoro maggiore che faranno o ci sarà un vero e proprio sistema che valuterà le loro performance. Legare i livelli di carriera al merito è positivo così come lo sono altri aspetti di queste linee guida ma abbiamo un timore: si parla di queste cose da vent’anni. Rischiano di essere di nuovo delle indicazioni che non verranno concretizzate nei contratti di lavoro”. Promosso il premier per quanto riguarda la formazione: “E’ dal 1997 che gli insegnanti non hanno l’obbligo di farla, è ora di cambiare. Ma il Governo avrà la forza di superare le mille lobby che orbitano attorno alla scuola? Sarà in grado di fare i decreti attuativi che servono?”.
A bocciare l’inquilino di palazzo Chigi con una battuta è, invece, il presidente dell’Associazione genitori italiani, Fabrizio Azzolini: “Renzi è ricco di buona volontà ma ho la sensazione che non ha frequentato in maniera partecipativa gli organi colleggiali della scuola dei suoi figli”. Un richiamo all’assenza nelle linee guida di un processo di rivoluzione dei consigli di classe e d’istituto: “Il premier deve capire che la scuola è fornata dalla famiglia, dagli insegnanti e dagli alunni non solo dagli ultimi due. Renzi parla di patto educativo, noi aggiungiamo una parola: corresponsabilità”.